E’
opportuno decidere prima
di iniziare, come si userà la moto
finita e il risultato che
si vuole
raggiungere:
- uso
frequente per divertimento e per gusto personale
oppure:
- riproduzione
fedele per omologazione A.S.I. (Auto/Moto
Storiche Italiane).
Le due
scelte non vanno del tutto d’accordo:
- l’uso
della moto su strade moderne (i veicoli circolanti sono attualmente cinque
volte
quelli
del 1970) richiede, o comunque rende conveniente il montaggio di accessori
molto
utili, se
non indispensabili, che non esistevano e non si possono quindi aggiungere,
sulle
riproduzioni
“fedeli” (vedi frecce, luci e impianto
elettrico migliori, borse per bagagli ecc.)
- quanto
al “gusto personale”, preferisco avere un “fuori tinta” che mi piace piuttosto
che
un
esemplare omologato ASI, che non mi
piace.
E’
opportuno comunque, limitare le digressioni all’indispensabile e attenersi,
senza
mai
“snaturarlo”, al gusto e allo stile dell’epoca.
Deciso
l’obiettivo, si possono pianificare il lavoro e gli interventi, ed è
fondamentale,
non
avere fretta.
La mia
esperienza col Nuovo Falcone (oltre 5 restauri) mi ha insegnato ad affrontare,
piano
piano, i
problemi, separandoli l’uno dall’altro: ammassi disordinati di fili e
ferraglia, smontati,
puliti
dallo sporco e presi separatamente, alla fine, sono sempre apparsi meno
“spaventosi”,
ma
soprattutto “più recuperabili” di quanto non sembrassero all’inizio.
Ho
seguito la procedura che segue:
1) Smontaggio
di ogni parte (senza buttare nulla, anche l’irrecuperabile).
2)
Catalogazione di ogni parte in pacchetti
separati, con note identificative (evitate, come
fanno
molti, di ammassare tutto insieme in una cassetta: non illudetevi di ricordare
“quali
pezzi” e
“dove”, quando dovrete rimontare).
3) Restauro
e rigenerazione, in un secondo momento (…nelle lunghe sere d’inverno!), di
ogni
parte, sostituendo i pezzi non recuperabili con nuovi o sostitutivi.
4) Preparazione
di altrettanti pacchetti etichettati, contenenti i pezzi nuovi o restaurati.
5) Rimontaggio
Il
rimontaggio, e il vedere rinascere la moto, aprendo buste e involucri preparati
mesi prima,
con i
pezzi nuovi, che profumano di vernice, è la parte più divertente ed
entusiasmante.
Importante:
- Registrare
tutto il lavoro e tutti i particolari con un’ampia sequenza fotografica.
-
Munirsi, prima di iniziare, del “Manuale per le riparazioni”, del “Manuale
d’Uso” e di
quanta
più documentazione è possibile raccogliere sulla moto.
-
Rendersi “umilmente” conto che
ogni pezzo, anche il più piccolo, è stato messo al suo
posto per
un motivo valido e preciso.
- Sempre,
quando possibile, conservare e rigenerare il pezzo originale dell’epoca, piuttosto
che
accedere all’industria del “rifatto in copia” (molto fiorente per le parti più
richieste di
molti
veicoli d’epoca).